E' vero, gli esseri umani si sono
sempre spostati nella storia. Da soli o popoli interi, per fame di conoscenza,
di cibo e di libertà. E se anche oggi si muovono milioni di persone in marcia o condotte in
luoghi di segregazione, questo rappresenta non la fine della storia ma solo la
fine del sogno liberista, che pretende che i confini degli Stati consentano la libera circolazione delle merci e del
capitale ma tengano imprigionati gli uomini.
Oggi nel mondo più di 50 milioni di persone sono in viaggio,
(e molto spesso rinchiuse) alla ricerca di un luogo di sopravvivenza. Lo
sfruttamento, l’espropriazione delle ricchezze
naturali, le guerre, sia quelle
combattute con le armi che quelle economiche, la devastazione
ambientale, prodotti del sistema capitalistico hanno perennemente modificato
intere regioni e paesi, rendendoli invivibili. Lo sviluppo diseguale del
capitalismo, e in particolare le politiche quarantennali del liberismo, hanno
accelerato e moltiplicato le dinamiche di un fenomeno fisiologico,
essendo funzionale da sempre spostare la mano d’opera
necessaria alla propria accumulazione.
Gli immigrati ed i profughi che stanno
cercando da mesi di attraversare i confini dell’Europa sono
solamente una piccolissima parte di coloro che in tutto il mondo si sono messi
in cammino.
Non sono le condizioni di partenza,
se in fuga dalla guerra piuttosto che
dalla miseria o dalle dittature, ma la chiusura delle frontiere e il commercio
infame che ne deriva, a trasformare i migranti, in quanto soggetti che vendono
la loro forza lavoro, in profughi, persone che per sopravvivere sono costrette
a rischiare tutto, compresa la loro vita,
per accedere ad un livello seppur minimo di sopravvivenza.
E il dramma che si consuma sulla pelle dei profughi e dei migranti ha
conseguenze dirette sulla vita di tutti.
La gradazione dei diritti fondamentali,
resa fatto compiuto in questi anni di legislazione sulla cosidetta emergenza
migratoria, anche quando emergenza non era, trova il suo compimento in questi
mesi. All'interno di un'Europa che si propone ancora culla dei diritti
universali convivono con noi persone cui sono negati i diritti elementari non
solo dalle spietate leggi del mercato, superiori di rango a qualunque carta
costituzionale, ma da leggi speciali e
ordinarie, persino da circolari ministeriali.
In Italia è ormai evidente come decenni di legislazione
scalcagnata, criminale e apparentemente dilettantesca, a partire dalla Bossi
Fini, sull'immigrazione, abbiano dato un
contributo fondamentale a creare le condizioni dello smantellamento dei diritti
e della precarizzazione esacerbata oggi imperante per tutti e tutte nel mondo
del lavoro, mentre il ricatto lavorativo
legato al rinnovo dei permessi di soggiorno mostra in questo periodo di crisi
tutta la sua violenza istituzionale, e viene utilizzato come arma di ricatto
contro ogni forma di organizzazione e di lotta che parta o coinvolga lavoratori
migranti.
E
il diritto sacrosanto dei profughi a muoversi, in ogni timido
riconoscimento viene utilizzato, paradossalmente e in perenne e aperta
violazione di ogni convenzione firmata dagli stati europei, per combattere ogni migrazione economica, quasi sempre
accompagnata invece da una ricerca di protezione, pace e giustizia. E se dopo l'implosione della Libia il ruolo
del gendarme ai confini dell'Europa viene affidato al macellaio Erdogan,
ripagandolo in impunità e sostegno per le sue politiche antisociali e i suoi
sporchi affari con l'Isis, l'equazione profughi immigrati terrorismo viene
utilizzata, e non solo dalle destre, per limitare ancora una volta di più
diritti di espressione ma anche di organizzazione e di dissenso. Le prime
vittime della legislazione d'emergenza dopo gli attentati di Parigi sono stati
non a caso i movimenti che contestavano la ritualità del vertice sul clima.
Ma, dato il soffiare sul fuoco delle
destre ancor più in questo periodo di forte destrutturazione del mondo
del lavoro, l'evitare il riprodursi di situazioni di conflitto etnico/religioso
o di veri e propri pogrom sarà responsabilità
che le associazioni dei lavoratori si devono assumere, insieme a tutti i
soggetti collettivi che non possono stare a guardare. Risiede nella nostra forza e volontà la capacità di disinnescare
le mine che si stanno disseminando, per contrattare la forza lavoro ed i
diritti sociali almeno in ambito europeo senza farsi trascinare dalle miserie e
dalle inconcludenti diatribe degli aspetti nazionali. La gestione di questo
periodo di emergenza sociale si scontra infatti sempre di più con la
criminalizzazione e la chiusura di ogni spazio di accoglienza e solidarietà autogestita e dal basso, da quelli ai confini
a quelli nelle nostre metropoli e nei punti di snodo dei percorsi migratori,
dove le uniche risposte possibili sembrano
la militarizzazione e/o la gestione istituzionale, spesso in mano a
mafie di ogni tipo.
Ma combattere la xenofobia, il razzismo
il fascismo, il nazionalismo, proporre una società aperta ed inclusiva, trovare
negli aspetti etici e nelle risposte storiche dell’azione
politica le soluzioni per gestire l’immigrazione è
base indispensabile, per gestire l'oggi
e per costruire il futuro
E a questo serve l'impegno di
tutti, di chi semplicemente ed
empaticamente condivide le sofferenze e
le aspirazioni di ogni uomo e di ogni donna
e riafferma un diritto che è quello alla vita contro i muri e i fili
spinati, e di chi a questa necessaria
risposta di coscienza aggiunge lo sforzo per comprenderne le cause e gli
effetti, senza sovrapporne i piani ma fondendoli nella parte importante dell’azione
politica.
Un movimento sindacale europeo
consapevole, inclusivo e solidale e la
mobilitazione degli antirazzisti sono tra gli elementi che devono
costruire una accettabile risposta all’arrivo
di milioni di persone in Europa, nel pretendere:
- Il rifiuto della gabbia europea, per
quanto ci riguarda nostro spazio minimo
di azione politica,
- l'abbattimento di tutti i muri e il rispetto del diritto di circolazione
l- a fine degli accordi di Dublino e di tutte le legislazioni securitarie di emergenza
- la costruzione di corridoi umanitari dalle aree di crisi per favorire l’arrivo di profughi, anche di quelli che per motivi di salute e/o economici non possono allontanarsi dai luoghi colpiti dalla catastrofe delle politiche guerresche e di distruzione del capitalismo liberista, - la chiusura dei centri di identificazione e l'immediata sospensione dei rientri forzati dei migranti economici
- una gestione aperta al territorio e ai comuni dei centri di accoglienza, pubblici o appaltati a cooperative in cui sia garantita la trasparenza degli appalti e delle condizioni di lavoro degli operatori - il rispetto del diritto all'istruzione e all’inserimento scolastico, alla salute e alla cura di ogni persona comunque presente in Europa - il rispetto del diritto al lavoro, nel consentire a quanti potranno di lavorare, sia in settori privati che nel terzo settore, sia in lavori di pubblica utilità, in cooperative sotto il controllo dei lavoratori - la tutela e la depenalizzazione di ogni forma di autorganizzazione e di solidarietà dal basso, unico vero antidoto alla deriva fascista in Europa, ben sapendo che milioni di anonimi e impauriti elettori saranno spinti a legittimare una classe politica di approfittatori, razzista e fascista in tutti i paesi.
l- a fine degli accordi di Dublino e di tutte le legislazioni securitarie di emergenza
- la costruzione di corridoi umanitari dalle aree di crisi per favorire l’arrivo di profughi, anche di quelli che per motivi di salute e/o economici non possono allontanarsi dai luoghi colpiti dalla catastrofe delle politiche guerresche e di distruzione del capitalismo liberista, - la chiusura dei centri di identificazione e l'immediata sospensione dei rientri forzati dei migranti economici
- una gestione aperta al territorio e ai comuni dei centri di accoglienza, pubblici o appaltati a cooperative in cui sia garantita la trasparenza degli appalti e delle condizioni di lavoro degli operatori - il rispetto del diritto all'istruzione e all’inserimento scolastico, alla salute e alla cura di ogni persona comunque presente in Europa - il rispetto del diritto al lavoro, nel consentire a quanti potranno di lavorare, sia in settori privati che nel terzo settore, sia in lavori di pubblica utilità, in cooperative sotto il controllo dei lavoratori - la tutela e la depenalizzazione di ogni forma di autorganizzazione e di solidarietà dal basso, unico vero antidoto alla deriva fascista in Europa, ben sapendo che milioni di anonimi e impauriti elettori saranno spinti a legittimare una classe politica di approfittatori, razzista e fascista in tutti i paesi.
Nessuno potrà domani chiederci voi dove
eravate, il nostro compito, il nostro dovere, è sempre quello di stare dalla
parte di chi i torti li subisce,dalla parte degli sfruttati, degli ultimi della
terra che così tanto stanno spaventando le certezze borghesi di un' Europa
finita sugli scogli della paura alimentata da stregoni sanguinari, spaventati
dall’arrivo
di milioni di persone che si volevano sottosviluppati e diversi,
psichiatrizzati avrebbe detto Franz Fanon. Non sarà facile sorreggere il peso
dello scontro, una nuova fase della lotta antimilitarista ed antifascista ci
vedrà coinvolti come sempre, per l’internazionalismo
proletario contro il capitalismo e le sue sempre nuove, sempre vecchie, forme
di sfruttamento e di violenza.
Alternativa
Libertaria/fdca
92° Consiglio dei Delegati
Fano, 13 dicembre 2015
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